Dal 24 ottobre al 3 novembre a Bologna la XVI° edizione del "Gender Bender Festival": danza, teatro, cinema, laboratori e incontri per esplorare gli universi del corpo e le differenze del genere e dell’orientamento sessuale
Cromocosmi è il titolo della XVI° edizione del Gender Bender Festival, rassegna internazionale prodotta dal Cassero lgbt center, che esplora gli universi del corpo, delle differenze di genere e dell’orientamento sessuale: in scena a Bologna dal 24 ottobre al 3 novembre 2018.
Dell’edizione di quest’anno il direttore artistico Daniele Del Pozzo afferma che: "si fondono sguardi e traiettorie innovative della ricerca artistica contemporanea, che attraversano il dibattito sui mille universi e le tantissime storie di vita costruite sulle differenze (cosmi), parlando di identità e di corpi (cromosomi), ma anche di provenienze geografiche ed etniche (cromatismi), con particolare riferimento alla black culture."
Sezioni e temi
Danza, Cinema, Teatro, Mostre, Incontri, Laboratori, Party: sono le sette le sezioni in cui è diviso il Gender Bender, evento che offre uno sguardo multidisciplinare sulle produzioni del contemporaneo.
Il tema di questa XVI° edizione, che attraversa le sette sezioni creando un percorso particolare che abbraccia gran parte delle opere in programma, è l’intreccio tra le differenza di orientamento sessuale, identità di genere, provenienza geografica, etnia.
Danza&teatro
Due importanti la collaborazione per la sezione danza: la prima con il Dutch Performing Arts, il programma che sostiene i creativi dei Paesi Bassi, che porterà a Bologna i lavori di Shailesh Bahoran, uno dei più versatili coreografi e breakdancer contemporanei, vincitore nel 2017 del Prize of the Dutch Dance Days Maastricht, attivo in Olanda ma nella cui storia si fondono le etnie dell’India e dell’America Latina. Altri protagonisti saranno Guilherme Miotto, coreografo brasiliano residente nei Paesi Bassi, le cui opere sono in bilico tra sperimentazione e workshop, e Fernando Belfiore, coreografo e performer brasiliano di casa a Amsterdam, la cui poetica sul corpo sperimenta forme e possibilità attraverso l’incontro con diversi elementi.
La seconda collaborazione è con l’Ambasciata di Francia, che attraverso la Fondazione dei Nuovi Mecenati contribuisce a portare in Italia le opere di Severine Coulon, attrice, regista teatrale e marionettista, ed in particolare il suo Filles e Soie, lavoro che incrocia la performance, il teatro di figura e le ombre cinesi, e spiega la femminilità e il corpo delle donne a un pubblico dai 5 anni in su. Ed ancora, Thomas Lebrun con la sua opera satirica per cinque danzatori Le roi de la piste, che prende di mira la necessità di seduzione in una danza popolare. Arrivano a Bologna anche Hope Hunt & The Ascension into Lazarus, della coreografa e performer irlandese Oona Doherty; I love my sister, del coreografo italiano Enzo Cosimi, ultima tappa della trilogia Ode alla bellezza, nella quale rappresenta il tema della transessualità, con i miti e gli archetipi che essa riunisce.
Per la sezione teatro troviamo il lavoro poetico, sarcastico e provocatorio di Alessandro Berti, che nel suo Bugie bianche si concentra sullo sguardo del maschio bianco sul maschio nero, e in particolare sul suo corpo: un’indagine attuale e necessaria che svela la dicotomia paura-desiderio che si prova nei confronti "dell’altro da sé" ed evoca i fantasmi della civilizzazione occidentale.
In totale, oltre 100 appuntamenti in 11 giorni: 21 prime nazionali, 13 spettacoli di teatro e danza, 31 titoli cinematografici, 19 incontri e conversazioni, 21 workshop e laboratori e 2 mostre, con opere, autori e autrici provenienti da tutto il mondo.